La testimonianza di un superstite, Antonio Bivash
Ricordiamo...
La classe dei bimbi ebrei della Scuola Vanvitelli al Vomero.
Alberto Bivash è stanco di ricordare.
Alberto è uno dei dieci studenti dell'unica classe speciale per ebrei istituita nel 1939 a Napoli nella scuola elementare “Luigi Vanvitelli” di via Luca Giordano.
La sua voce si fa cupa quando riaffiorano le immagini della sua infanzia. Di parenti e amici scomparsi. «Il nostro ingresso era quello secondario, da via De Mura - racconta - entravamo mezz'ora prima e uscivamo mezz'ora dopo. Non dovevamo mischiarci agli altri.
Avevo 8 anni, nel '40 sono stato confinato con la famiglia nel campo di internamento di San Severino Marche. Lì siamo stati trattati meglio di altri. Mio padre fu deportato ad Auschwitz e non è mai più tornato. I ricordi si fanno sempre più sbiaditi - prosegue Alberto - e ogni tanto penso che sia inutile parlarne troppo. Il razzismo, anche se in forme diverse, non è scomparso, anzi...».
La voce di Alberto si ferma, emerge il senso di colpa per essere rimasto vivo e aver perso invece il cuginetto David Hasson, detto Dino, suo compagno nella classe speciale insieme a Tilde e Elio Benusiglio, Tullio e Dario Foà, Paolo Camerini, Roberto Piperno, Arnaldo Formaggini, Ada Defez e Anita Ghersefeld. David da Napoli fu rispedito con la famiglia a Cipro, loro paese natale, e poi deportati ad Auschwitz dove furono tutti trucidati.